stai pensando di andare a fare rafting in Calabria? Ti racconto la mia esperienza
Domenica sono andata a fare rafting e mi è piaciuto ma sono certa che la prossima volta che ci andrò, riuscirò ad organizzarmi meglio
Perché voglio parlarti della mia giornata a fare rafting?
Per 2 principali motivi
- Primo perché un posto lo vivi meglio se lo conosci o se ti fai consigliare da chi ci è già stato o lo vive tutti i giorni;
- Secondo nel mio articolo precedente ti ho promesso che te ne avrei parlato e la mia esperienza può tornarti utile se decidessi di andarci.
Quindi…
Sai che vivo in Puglia e qui, se vuoi andare in montagna sia in estate che in inverno, l’unica alternativa è il massiccio del Pollino tra Basilicata e Calabria o raggiungere l’Abruzzo se qualche km in più di strada, non ti pesa.
Domenica con un gruppo di 40 amici, siamo “andati sul Pollino” come usiamo dire in Puglia quando vogliamo andare in montagna per tutte quelle attività sportive che ne concerne, come appunto il rafting, perché qui, in Puglia intendo, abbiamo tanto mare ma montagne appena un accenno sul Gargano quindi non ci resta che spostarci o in Calabria o in Abruzzo.
Non sono una gran sportiva, anzi, quasi per niente tranne qualche corsetta nei periodi in cui sto giù di morale che uso da input per andare avanti.
Ho sempre sentito parlare da amici e cugini di questo rafting.
Fa molto figo dire “ho fatto rafting”?
Non so, ma quando mio marito me l’ha proposto, ho subito detto di si. Non mi spaventava affatto quest’avventura. Qualche anno fa avevo timore anche di salire in groppa a un cavallo o guidare un go-card ma ora, sarà l’età, sarà la convinzione che di
“doman non v’è certezza”
VIVIAMOLA QUESTA VITA
tanto sono convinta che sia destino. Se devi morire, muori comunque, quindi meglio non lasciarsi sfuggire nulla per non avere rimorsi.

Abbiamo contattato la società “Rafting Calabria” un gruppo di ragazzi in gamba e preparati che ti guidano nel percorso. Non ti lasciano un gommone e dicono vai… Ma hai una guida tutta per te per ogni gommone.
Siamo giunti alle 8 e 30 del mattino dopo un percorso bellissimo tra le montagne del massiccio, con strade curve e a strapiombo.
Ci hanno consegnato il kit compreso di muta e caschetto e via in navetta per raggiungere la parte alta del fiume. Ti consiglio di portarti , per fare l’attività, una maglietta aderente da indossare sotto la muta e scarpe da ginnastica di scorta perché te le bagnerai sicuramente.
Una volta raggiunta la sommità della montagna, ci hanno fatto una vera a propria lezione di dieci minuti circa su come sedersi sul gommone ed incastrare i piedi per mantenersi durante la discesa, come maneggiare la teca (quella specie di remo) , la posizione da assumere se si fosse caduti in acqua e i comandi che sarebbero stati usati come :
- Avanti
- Dietro
- Rami
- Tutti a destra
- Tutti a sinistra
- Teca alta
- Ecc.
E poi via , prima il gommone in acqua e poi noi ed è lì che ti rendi conto che dovevi portarti le scarpe vecchie da ginnastica e non le ultime ritrovate e di moda per essere fashion.
Io personalmente avevo preso l’attività in modo alquanto leggero perché al primo piccolo dislivello di fiume, siamo finiti in acqua. Nulla di preoccupante, solo un bel bagno gelido.
Non è un’ attività pericolosa se si segue alla lettera la guida, cosa che noi appena partiti non abbiamo fatto e per ciò siamo finiti nel fiume, ma nulla di preoccupante, l’acqua del fiume Lao ad Agosto è bassa ma nonostante ciò bisogna fare attenzione. Il fiume ha messo subito in chiaro chi comanda il gommone se non si segue le indicazioni della guida.
Ma appena abbiamo messo in chiaro che non andava presa alla leggera quest’avventura, è stato uno spettacolo pazzesco.
Dodici km immersi nella natura con acqua che sgorgava dalle rocce ricoperte di fitta vegetazione, il silenzio col sottofondo dello scorrere dell’acqua, queste gole di roccia intagliate dal fiume, zone di ombra e zone soleggiate e poi sbalzi di umidità tra zone calde afose e zone ventilate.
Insomma una gioia per gli occhi , per il tatto, per l’udito, l’olfatto e anche per il gusto se assapori l’acqua che sgorga pura dalle rocce prima di riversarsi nel fiume.
Noterai in questi 12 km anche come cambia la vegetazione dalla parte alta della montagna al punto di arrivo.
E dopo l’arrivo? Puoi consegnare muta e caschetto, fare la doccia rivestirti e andare a piedi in paese a Papasidero dove troverai un bar, un ristorantino tipico con menù turistico a 15 euro o, come farò io la prossima volta, non toglierò il costume ma tornerò giù al fiume dove c’è una spiaggetta dove immergersi ancora nell’acqua del fiume così bassa, ottima anche per far giocare i bambini in tutta tranquillità.
Noleggerò una sdraio a 3 euro e dal piccolo e caratteristico chiosco che serve bibite, gelato, caffè e prenderò sicuramente
IL TIPICO PANINO CON SALSICCIA CALABRESE.
Che dire… ancora ho davanti gli occhi i paesaggi stupendi e nell’animo, quel senso di serenità che la natura selvaggia ha saputo donarmi.

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